Controfirma della Costituzione del 1947
Il Popolo Sovrano controfirma la Costituzione “Bene comune” Nel 1945 il nostro paese usciva sconfitto da una guerra folle e fratricida, la matrice fu
un sistema autoritario a cui il popolo italiano aderì per convinzione o “per
forza” al suo sostegno. I danni e i lutti causati in tutti i
paesi coinvolti furono elevatissimi. In Italia molti cittadini, prima
clandestinamente poi sempre più palesemente, parteciparono alla lotta di resistenza,
contribuendo, insieme alle altre forze di liberazione ad abbattere il regime nazifascista. Dopo il referendum che sancì la
sconfitta della Monarchia, il primo passo che il popolo Italiano compì fu quello
di darsi una impostazione democratica
all’interno della nuova Repubblica. Per fare questo fu necessario promuovere
un’assemblea Costituente che ebbe il
compito, non semplice, di darsi delle regole di convivenza civile e sociale sia
all’interno della nazione, sia nei confronti degli altri popoli. Tutti i rappresentanti delle forze
politiche di allora e non, si adoperarono per il raggiungimento dell’obiettivo
comune. Non ci furono ideologie partitiche da far prevalere, l’obiettivo fu
solo quello di stabilire delle regole condivise da tutti e da rispettare, al
fine di non far accadere mai più l’apocalisse dalla quale erano appena venuti
fuori. Il 27 Dicembre del 1947 l’Italia
sancì con la promulgazione della Costituzione
le regole di principio che avrebbero garantito la gestione della
Repubblica Parlamentare. Oggi, dopo 75 anni di Repubblica,
dove i primi anni hanno contribuito ad uno sviluppo sociale e morale del popolo
Italiano; gli anni successivi, hanno visto la nostra nazione preda di interessi
famelici da parte di privati cittadini, delinquenza organizzata, organizzazioni
affaristiche nazionali ed internazionali. Purtroppo oggi tutte le Istituzioni
Italiane non sono più la rappresentazione del volere popolare, bensì di quello dei
grossi potentati finanziari i cui esponenti, non paghi delle loro immense
ricchezze personali, pretendono di gestire a loro piacimento i popoli del
pianeta; l’obiettivo è quello di trasformare questi ultimi a semplici soggetti
il cui compito sarà solo quello di lavorare a basso costo, consumare il più
possibile e vivere il tempo necessario per riprodursi
ed essere di “utilità” al sistema. Il tentativo di dare atto a questo
nuovo “Ordine Mondiale”, di cui nessun cittadino, nella sua individualità, ne
ha mai sentito il bisogno, è oggi manifestato con le modalità di gestione di
situazioni di emergenza naturali o indotte nel nostro paese. L’ignoranza, l’incapacità , l’improvvisazione
e l’interesse privato di buona parte
della così detta “classe politica” ha prodotto governi non all’altezza del loro
mandato esecutivo, anzi questi ultimi, hanno addirittura scavalcato il
Parlamento sostituendolo nel suo ruolo legislativo, con la tecnica della
decretazione d’urgenza, ben definita dalla Costituzione. Gli ultimi governi si sono permessi
di limitare le libertà individuali con l’imposizione di norme folli, anti
costituzionali, che ledono i diritti di ogni cittadino italiano libero. | I danni sono sotto gli occhi di tutti ad eccezione di chi si ostina a non volerli vedere. Tutto ciò è accaduto e accade a causa dello stravolgimento della nostra Costituzione; troppi politici Giornali e TV, poi, esorcizzano la
sovranità popolare con termini dispregiativi, come sovranismo o populismo,
mentre i legislatori calpestano i Principi Fondamentali emanando leggi
ingiuste, che li contraddicono in maniera eclatante. Ci raccontano, ignoranti, che la
nostra Costituzione sarebbe superata ed avrebbe perso il suo valore, sostituita
ormai da trattati internazionali incomprensibili e ingiusti, e da consuetudini
che fanno comodo solo ai potenti. Cos’è un popolo senza una legge riconosciuta
giusta da tutti e per questo rispettata? Cosa diventa una comunità nazionale
se i massimi rappresentanti nelle istituzioni sembrano avere più a cuore gli
interessi dei mercati che quelli dei nostri figli? Non vediamo forse che, perso il
rispetto della legge, ci stiamo rassegnando al predominio della forza e
dell’inganno? Da tempo, a causa di leggi elettorali
chiaramente contrarie alla Costituzione, già più volte censurate dalla Corte
Costituzionale, non abbiamo più dei veri rappresentanti nelle Istituzioni.
Legittimazione Popolare della Nostra COSTITUZIONE Oggi come allora, lanciamo un
appello per una nuova simbolica “Assemblea Costituente”, nella quale non
dobbiamo riscrivere il testo costituzionale, ma chiediamo con forza a tutti i
cittadini italiani, oggi, qui, di dare una risposta, per un’assunzione diretta
di responsabilità, controfirmando il testo originario della nostra Costituzione insieme alla controfirma dell’allora Presidente della
neonata Repubblica Italiana Enrico de Nicola,
il Presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini, il Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi e il Guardasigilli Giuseppe Grassi. Con la nostra firma, restituiremo
così legittimità democratica e autorevolezza civile a quel Patto Sociale, ormai
“Bene comune” da tutelare, che deve essere alla base di ogni pretesa di
legalità e civiltà. Lo facciamo, affermando, con chiarezza
e fermezza, che ogni atto, che non sia rispettoso della lettera e dello spirito
di quella Legge Fondamentale, non è altro che usurpazione illegittima: atto di
violenza, che merita e sollecita una risposta adeguata. In questa stessa pagina è possibile
visualizzare e stampare il testo originario della Costituzione. Invitiamo tutti a leggerla e rileggerla,
a portarla con sé, ben sapendo che perfino la scuola e le università,
purtroppo, sostanzialmente la ignorano. Ad ogni cittadino che avrà firmato, verrà
rilasciato un attestato a riprova della sua accettazione di quel “testamento di
centomila morti”* cosi drammaticamente definito
da Pietro Calamandrei* Le firme raccolte verranno
consegnate al Presidente della Repubblica, al Presidente della Corte
Costituzionale e ai presidenti dei due rami del Parlamento perché tengano conto
della volontà del Popolo Sovrano che si riconosce nella sua Costituzione e ne pretende la sua
osservanza e applicazione.
* nel “Discorso agli studenti milanesi, Milano , 26 gennaio 1955” |